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Cessione del quinto e delega di pagamento

Un prestito ad interessi fissi con la cessione del quinto

La cessione del quinto è uno dei più preziosi strumenti a disposizione dei lavoratori pubblici e privati.

Si tratta sostanzialmente di una sorta di prestito personale che banche ed istituti finanziari possono decidere di concedere a chiunque sia in possesso di un contratto più o meno solido: non è richiesto necessariamente un tempo indeterminato, va bene anche un altro contratto a tempo purché la storia creditizia del richiedente sia sufficientemente positiva.

Questa tipologia di finanziamento viene concessa anche ai pensionati, che come i lavoratori in essere hanno la garanzia di un’entrata fissa mensile, mentre esclude a priori i liberi professionisti e i lavoratori autonomi: se un impiegato ha la certezza di vedersi corrispondere ogni mese il salario concordato con il suo datore di lavoro, lo stesso non si può dire, purtroppo, di chi lavora in proprio e non è sicuro di portare a casa lo stipendio ogni mese.

Le banche, come risaputo, sono in questo senso molto selettive: in assenza di garanzie solide non sono disposte a concedere liquidità.
La restituzione del prestito legato alla cessione del quinto avviene in un arco temporale massimo di dieci anni.
L’importo delle rate mensili non può superare assolutamente la cifra pari ad 1/5 dell’ammontare dello stipendio o della pensione.
La cosa comoda è che la rata viene peraltro trattenuta direttamente in busta paga, per cui non si è neanche costretti ad andare a pagare il bollettino alla Posta o al tabacchino. Di vantaggi legati alla cessione del quinto ce ne sono, insomma, a bizzeffe, primo fra tutti il fatto che le rate mensili sono a tasso fisso e il loro importo, di conseguenza, non è destinato a lievitare nel tempo.
Risulta estremamente conveniente anche il fatto che in caso di necessità si possa procedere al rinnovo della cessione del quinto. Questa richiesta permette di avere subito a disposizione ulteriore liquidità, ma presuppono un’estinzione anticipato del primo finanziamento stipulato. Perché rinegoziare la cessione del quinto è un’ottima idea? Semplice, perché ad oggi il tasso d’interesse è ai minimi storici, il che sta a significare che le rate mensili, una volte proceduto al rinnovo, saranno certamente inferiori a quelle previste dal primo finanziamento.

Quali sono le caratteristiche del prestito con delega?

Trattandosi di una soluzione così vantaggiosa sotto vari punti di vista, il numero dei dipendenti pubblici e privati che decide di avvalersi della cessione del quinto è destinato ad aumentare di anno in anno.

È altrettanto gettonata la delega del metodo di pagamento, simile alla cessione del quinto a livello di funzionamento ma diversa sotto il profilo delle garanzie. Le norme della delegazione di pagamento sono regolate dall’art.1268 e dai successivi del codice civile.
Attraverso questo strumento, il debitore delega un terzo ad eseguire il pagamento per conto suo nei confronti di chi vanta appunto un debito nei suoi confronti. Il terzo è in questo caso l’azienda, che ogni mese, su esplicita richiesta del lavoro, tratterrà una parte dello stipendio per corrisponderla al debitore.
Nel caso in cui il lavoratore voglia accendere un finanziamento con la formula del delegatio solvendi, le rate mensili saranno anch’esse trattenute in busta paga e spostate verso la società finanziaria che ha concesso il prestito.

La delega di pagamento non esclude la cessione del quinto e viceversa.
I due strumenti possono bensì sommarsi in maniera tale che la delega di pagamento preveda una rata massima pari ad un quinto dello stipendio o della pensione percepiti.

Per quanto possano sembrare simili, cessione del quinto e delega di pagamento sono configurati in maniera completamente diversa l’una dall’altra: il secondo di questi due strumenti prevede infatti un accordo trilaterale tale che ciascuna delle tre parti debba dare il proprio consenso affinché tutto vada regolarmente in porto. L’istituto finanziario o la banca, il lavoratore e l’azienda in cui il richiedente è impiegato devono quindi accettare trilateralmente tutte le condizioni imposte dalle leggi che regolano la delega di pagamento. Non è detto, quindi, che il datore di lavoro sia costretto ad accettare senza dire la sua in merito. Esiste la possibilità di rifiutare la delegazione di pagamento, soprattutto nel caso in cui l’azienda non abbia mai stabilito una convenzione del genere con l’ente finanziatore prescelto dal lavoratore.

Il terzo delegato può perciò rifiutarsi di eseguire il pagamento mensilmente senza che gli si possa obiettare nulla. Anche se per la verità, estinzione anticipata cessione del quinto inps, estinguere cessione del quinto con tfra conti fatti, gli converrebbe pure: è bene sapere infatti che ogni datore di lavoro percepisce un’indennità nel momento in cui decide di eseguire la delega di pagamento e accetti l’incarico di terzo. Con questa indennità potrà compensare gli oneri amministrativi derivanti dall’accettazione della delega e gestirne le conseguenze senza doverci rimettere neanche un euro.

Chi è il candidato ideale per la cessione del quinto

Nel caso in cui il datore di lavoro si rifiuti di accettare l’incarico e di fare da tramite tra il dipendente e l’istituto di credito, si può comunque tentare la strada della cessione del quinto. I vantaggi di questo strumento sono già stati abbondantemente passati in rassegna, ma a questo punto è bene capire chi possa usufruirne e chi invece sia escluso a priori da questo genere di finanziamento.

Come detto, i papabili per la cessione del quinto sono i dipendenti pubblici e privati che possono fare affidamento su un’entrata fissa mensile prevista da un contratto a tempo indeterminato o determinato. Possono farne richiesta anche i pensionati che abbiano urgente bisogno di liquidità per poter realizzare un qualunque progetto a propria discrezione, ma è bene specificare che in questo caso vi sono alcune restrizioni.

La prima cessione del credito, se la storia creditizia della persona è solida e affidabile al punto tale da non destare preoccupazioni alla banca o alla società creditizia, si otterrà senza faticare troppo. Potrebbe sorgere qualche problema invece nel caso in cui si desideri procedere al rinnovo della cessione del quinto per poter così usufruire di nuova liquidità.

In queste circostanze le banche e gli istituti finanziari sono molto meno morbidi con chi è vicino all’età pensionabile ma non ha ancora i requisiti richiesti per poter smettere di lavorare. Per accendere un nuovo finanziamento è richiesto che la persona fisica sia già in pensione, ragion per cui sarà necessario attendere il fatidico momento in cui a corrispondere l’entrata fissa mensile sia l’istituto di previdenza.

Potrebbe avere problemi, tuttavia, anche il pensionato che abbia raggiunto l’ottantesimo anno di età. Dovendosi poggiare su una certezza solida quale, appunto, lo stipendio o la pensione, a quell’età si potrebbe non essere più considerati, economicamente parlando, stabili. Ed è questo peraltro il motivo per cui la cessione del quinto deve tassativamente essere legata ad una polizza assicurativa che tuteli chi concede il credito dalle possibili circostanze cui ogni singolo individuo può andare incontro nel corso della propria vita: ci riferiamo, in particolar modo, alla perdita del posto di lavoro, una possibilità purtroppo abbastanza concreta di questi tempi, ma anche ad una morte improvvisa ed imprevedibile. Se si sta considerando l’idea di mettere in conto l’accesso alla cessione del quinto, in previsione di un eventuale progetto che richieda molta liquisità, è quindi bene tenere conto del fatto che alla rata mensile andrà ogni volta a sommarsi un’ulteriore spesa: quella relativa, per l’appunto, alla correspensione del premio assicurativo.

I requisiti necessari per ottenere il rinnovo della cessione del quinto

Al di là dell’età e della stabilità economica, il rinnovo della cessione del quinto prevede degli altri requisiti imprescindibili. Per poter accendere un nuovo finanziamento è necessario che quello precedente sia già stato parzialmente estinto: il livello di avanzamento del piano di ammortamento non può in alcun modo essere inferiore al 40%, il che significa che due quinti del prestito sono già stati regolarmente restituiti. Qualora il richiedente sia regolarmente in possesso di tutti i requisiti specificati nel decreto ministeriale che regola la cessione del quinto, la rinegoziazione del finanziamento potrà avvenire in tutta tranquillità.

C’è più di una buona ragione quindi per decidere di avvalersi di questo strumento, che rappresenta una preziosissima opportunità per quanti abbiano sì un’entrata fissa certa e puntuale ma non dispongano, di contro, di un patrimonio così ingente da permettere la realizzazione di progetti di vita a breve e a lungo termine.

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